Nelle campagne romagnole si coltivavano verze e cavolfiori perché rappresentavano una delle maggiori risorse per l’inverno; questo è uno dei piatti più poveri ma buono e gustoso adatto nelle giornate fredde e per preparalo, spesso si utilizzavano i cavolfiori piccoli, di scarto, che non potevano essere venduti ma il loro sapore non aveva nulla da invidiare a quelli più grossi.
Ingredienti per circa 4 persone:
- 300 g. riso o risino
- 600 o 700 g. di cavolfiore
- 1 cipolla non grossa
- un pezzetto di lardo e pancetta
- strutto (oppure olio d’oliva)
- acqua q.b.
- sale, pepe.
Pulire e lavare il cavolfiore, togliere le foglie e le parti più dure che possono essere utilizzate per stufati, prendere il fiore, tritarlo e tenerlo a parte.
Tritare la cipolla e metterla in una casseruola, aggiungere una fetta di lardo o di pancetta tritata, un poco di olio (nella ricetta originale anziché l’olio viene utilizzato lo strutto) e mettere sul fuoco.
Dopo un minuto aggiungere il cavolfiore, rigirare per fare insaporire il tutto intanto a parte, mettere sul fuoco un tegamino con acqua e portarla a bollore per averla a disposizione più tardi.
Nella casseruola, quando la pancetta si scioglie e la cipolla col cavolfiore iniziano a soffriggere, prima che prendano colore, versare il riso e mescolare facendolo bene insaporire il riso e quando diventa traslucido aggiungere un poco di acqua bollente, mescolare salare e pepare.
Aggiungere acqua bollente man mano che serve, fino al termine cottura.
Questo riso non deve risultare troppo asciutto, né troppo brodoso ma cremoso da servire usando un mestolo e per mangiarlo si usa il cucchiaio.
Volendo, può essere servito con una bella grattugiata di formaggio vaccino stagionato, non usare il parmigiano !